DIZIONARIO BIOGRAFICO DEGLI ITALIANI, ISTITUTO DELLA ENCICLOPEDIA ITALIANA,
ROMA – VOLUME 43, 1993
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FABIANI, Mario
Nacque ad Empoli, in provincia di Firenze, il 9 febbr. 1912 da Raffaello e da Ida Berlincioni. Finite le elementari, il F. frequentò per qualche tempo le scuole tecniche, abbinando allo studio il lavoro presso la piccola azienda commerciale paterna. Successivamente svolse l’attività di rappresentante di prodotti alimentari nella zona della Val d’Elsa. Vivendo in un centro come Empoli, dove era radicata la presenza del movimento operaio e viva e diffusa l’avversione al regime fascista il F. maturò ben presto le proprie convinzioni politiche e nel 1930 aderì alla Federazione giovanile comunista. Alla fine di quello stesso anno il F. prese parte attiva alle manifestazioni e agli scioperi che si svolsero nell’Empolese ed in seguito ai quali vennero arrestati i principali esponenti comunisti locali. Privo di direzione politica, il partito comunista di Empoli dovette affidarsi ai suoi quadri più giovani e il F. fu nominato responsabile della Federazione. Egli si trovò a gestire una situazione piuttosto difficile, in quanto i comunisti empolesi, basandosi sui positivi riscontri che le loro iniziative registravano, ritenevano possibile perseguire l’obiettivo di un’insurrezione armata. Una tale ipotesi fu giudicata impraticabile dalla direzione nazionale del partito comunista, che alla fine del 1931 ritenne opportuno far espatriare il F., la cui attività clandestina stava per essere scoperta. Il 18 febbr. 1932 il nome del F. comparve ufficialmente nel bollettino dei ricercati politici riparati all’estero. Egli era infatti a Parigi, dove si trattenne qualche mese prima di raggiungere, in maggio, l’Unione Sovietica. A Mosca il F. frequentò per un anno la scuola leninista: lo studio dei classici del marxismo e l’incontro con i dirigenti del Partito comunista d’Italia ebbero un’importanza decisiva nella sua formazione politica. Alla fine del 1933 il F. tornò a Parigi, dove il centro estero del partito gli affidò il delicato compito di mantenere i contatti con l’Italia. In tale veste il F. effettuò diverse missioni clandestine nelle zone di Biella, Varese, Milano, Modena, Bologna. Nell’agosto del 1934 compì una breve visita anche a Empoli per riallacciare i contatti con i suoi compagni. Il 6 dicembre del medesimo anno, in seguito ad una delazione, il F. venne arrestato a Bologna e il 24 genn. 1936 il Tribunale speciale lo condannò a ventidue anni di reclusione. La sentenza lo riconosceva colpevole di aver tentato di “penetrare negli enti del regime a scopo disgregativo (dopolavoro, sindacati fascisti, associazioni sportive), e per insidiare le formazioni dei premilitari provocando adesioni tra i giovani inesperti e facili, mediante intensa opera propagandistica” (sentenza del Tribunale speciale riportata in S. Innamorati, M. F. …, p. 20). Il 27 febbraio il F. venne trasferito dal carcere romano di Regina Coeli a quello di Castelfranco Emilia, dove scontò la gran parte del periodo di pena. Negli anni trascorsi in carcere il F. arricchì con lo studio di opere non marxiste la sua formazione culturale fino ad allora chiusa negli schemi ideologici impressi dalla scuola di Mosca. Nell’elenco dei libri da lui richiesti, accanto a saggi di storia e di economia, troviamo opere come La città del sole di T. Campanella, La logica di B. Croce e la Storia della letteratura italiana di F. De Sanctis. Nel 1938 il F. iniziò a studiare il tedesco e lesse in lingua originale I dolori del giovane Werther di W. Goethe. Nel 1942 il F. chiese di poter ottenere la libertà condizionale, dal momento che, in virtù dell’indulto di dieci anni concesso per la nascita del principe Vittorio Emanuele, aveva già scontato metà della pena rimanente. Per quanto il F. si trovasse nelle condizioni per beneficiare di un tale provvedimento, la sua richiesta venne respinta per l’unanime parere negativo di tutte le autorità di sorveglianza. Al F. venivano addebitati una “pessima condotta” carceraria, il mancato pentimento e il fatto di non aver dato alcun segno di ravvedimento. Nel 1943 il F. venne trasferito nel carcere di Civitavecchia e quindi in quello di San Gimignano, da dove fu liberato all’indomani della caduta del fascismo. Tornato ad Empoli, il F. prese contatto con il gruppo dirigente comunista fiorentino, che gli affidò la responsabilità del comitato cittadino ed in particolare il collegamento con le fabbriche. Da allora la sua vita fu intimamente legata alle vicende di Firenze. Quando, l’11 sett. 1943, la città venne occupata dai Tedeschi, il F. riprese la via della clandestinità e divenne uno degli organizzatori del movimento di resistenza. Egli tenne diversi incontri con i comitati clandestini delle fabbriche per preparare gli scioperi del 4 e 5 marzo 1944. A luglio il F. venne inviato come ispettore con funzioni politico-militari presso una brigata partigiana di nuova formazione, che operava nella zona del Mugello. Durante un rastrellamento fu catturato da fascisti e Tedeschi, ma non essendo stato riconosciuto venne reclutato per l’organizzazione Todt. Grazie all’aiuto di un medico empolese riuscì a fuggire e riprese il suo posto a Firenze. Alla vigilia dell’insurrezione il F. fu designato dal Comitato toscano di liberazione nazionale membro e quindi vicesindaco della giunta presieduta dal socialista Gaetano Pieraccini. Dopo la liberazione della città, avvenuta il 31 ag. 1944, il F., nella qualità di assessore al Personale, predispose le misure epurative a carico dei dipendenti comunali che si erano trasferiti al Nord, al seguito della Repubblica sociale italiana, e l’iscrizione in ruolo di quelli che li avevano provvisoriamente sostituiti. In quel mesi il F. si dedicò con grande impegno alla riorganizzazione dell’apparato comunale, iniziando ad accumulare una preziosa esperienza in campo amministrativo. Dal 1945 al 1948 il F. fu anche direttore del quotidiano fiorentino Il NuovoCorriere. Le prime elezioni amministrative libere, svoltesi a Firenze il 10 nov. 1946, segnarono un’affermazione della lista comunista ed un successo personale del F., che fu il candidato eletto con il maggior numero di preferenze. A quel punto la sua designazione alla carica di sindaco raccoglieva una precisa indicazione dell’elettorato fiorentino e così, il 28 novembre, il F. venne insediato a capo dell’amministrazione comunale, sostenuta da comunisti, socialisti e repubblicani. I problemi più gravi e impellenti che la giunta si trovò ad affrontare riguardavano le difficoltà di approvvigionamento alimentare, il recupero degli edifici scolastici adibiti ad altri usi e soprattutto la ricerca di un alloggio per i sinistrati di guerra. Il massimo impegno dell’amministrazione fiorentina fu rivolto alla costruzione di abitazioni e di opere pubbliche primarie e al riassetto del sistema tributario. Il Comune di Firenze istituì Consigli tributari e Consulte popolari con l’obiettivo di rendere trasparente la gestione della politica fiscale e mantenere un costante rapporto con la popolazione in una fase in cui ad essa erano richiesti particolari sacrifici. La giunta operò anche perché a Firenze fosse pienamente restituita la sua funzione di grande centro artistico e culturale e a tal fine fu avviata la ricostruzione della zona sinistrata di Ponte Vecchio e fu ripresa, sino dal 1948, la tradizione del Maggio musicale fiorentino. Benché quella di Firenze fosse stata tra le prime amministrazioni in Italia ad avvertire la necessità di dotarsi di un piano regolatore, il varo di questo importante strumento di politica urbanistica non poté essere realizzato. Viene ascritto a merito del F. l’essere riuscito a mantenere in seno al Consiglio comunale un rapporto non esasperato con l’opposizione, anche quando, dopo le elezioni del 18 apr. 1948, il clima politico generale divenne particolarmente teso. La giunta capeggiata dal F. esaurì il suo mandato con le elezioni amministrative del giugno 1951, allorché il voto popolare assegnò, sia pure di poco, la maggioranza alla coalizione di Centro. Il F., che era stato eletto anche al Consiglio provinciale, fu allora chiamato a guidare l’amministrazione della Provincia di Firenze, restando in carica dall’ottobre 1951 al novembre 1962. Dal 1956 al 1960 il F. fu anche segretario della federazione comunista fiorentina. Egli diede inoltre impulso alla costituzione dell’Unione regionale delle province toscane e divenne presidente di tale organismo. Alle elezioni politiche del 28 apr. 1963 il F. venne eletto al Senato della Repubblica per il collegio di Prato con 76.628 voti. Fu confermato nel seggio parlamentare nelle successive elezioni del 19 maggio 1968 con 96.354 voti e in quelle del 7 maggio 1972 con 104.966 voti, sempre nel medesimo collegio. Al Senato il F. si occupò prevalentemente di questioni istituzionali battendosi per la realizzazione del decentramento amministrativo. Dopo una lunga malattia il F. morì a Firenze il 13 febbr. 1974.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio centrale dello Stato, Casellario politico centrale, b. 1914, fasc.-
55657; Firenze, Arch. stor. comun., Gabinetto del Sindaco, anni 1944-1951; Ibid., Bibl. comun.,
Atti del Consiglio comunale, 1948-1951; Ibid., Archivio del Partito comunista italiano, Note
personali di M. Fabiani; altre indicazioni di fonti archivistiche sono riportate alle pp. 191 s. di S.
Innamorati, M. F., cit.; C. Francovich, La Resistenza a Firenze, Firenze 1961, ad Indicem; O.
Barbieri, Ponti sull’Arno. La Resistenza a Firenze, Roma 1964, ad Indicem; P. Spriano, Storia del
Partito comunista italiano, II-V, Torino 1969-1975, ad Indices; L. Guerrini, Il movimento operaio
nell’Empolese 1861-1946, Roma 1970, ad Indicem; P. Secchia, Il Partito comunista italiano e la
guerra di liberazione 1943-1945, Milano 1973, ad Indicem; E. Ragionieri, M. F., in Belfagor,
XXIX (1974), 3, pp. 282-297; M. F. presidente dell’amministrazione provinciale di Firenze, a cura
di S. Soldani – E. Zacconi, Firenze 1975; A. Roasio, Figlio della classe operaia, Milano 1977, ad
Indicem; M. Palla, Firenze nel regime fascista (1929-1934), Firenze 1978, ad Indicem; I compagni
di Firenze. Memorie di lotta antifascista 1922-1943, a cura di G. Gozzini, Firenze 1979, ad
Indicem; A. Dal Pont-S. Caronini, L’Italia dissidente e antifascista, II, 1932-1939, Milano 1980, pp.
678, 842; La ricostruzione in Toscana dal CLN ai partiti, a cura di E. Rotelli, I, Il Comitato toscano
di liberazione nazionale, Bologna 1980, ad Indicem; II, I partiti politici, ibid. 1981, ad Indicem; S.
Innamorati, M. F. Il sindaco della ricostruzione, Firenze 1984; G. Spini-A. Casali, Firenze, Bari
1986, ad Indicem; I deputati e i senatori del quarto Parlamento repubblicano, Roma 1965, ad
vocem; I deputati e i senatori del sesto Parlamento repubblicano, ibid. 1974, ad vocem; Dizionario
biografico del movim. operaio, a cura di F. Andreucci – T. Detti, II, Roma 1976, ad vocem; Enc.
dell’antifascismo e della Resistenza, II, Milano 1971, ad vocem.